Vacanza sul Mar Nero a Costanza per accompagnare 12 ragazzi dell'Asociatia al Mar Nero. Eccomi a Resita il giorno 16, in partenza per Costanza, viaggio notturno in una confortevole vagone letto riservatomi dall’associazione. Multumesc Gianluca e Florentina, multumesc. 12 ragazzi partecipano alla vacanza. 12 piccoli indiani? No! 12 Frodo, piccoli uomini in cammino a custodire ciascuno il loro anello. Accompagnati da 2 Gandalf straordinari, Costantin e Cristian. Gandalf “colui che cammina con gli Elfi”…., Uomini che hanno conosciuto il male e lo hanno trasformato in bene, che hanno vissuto il dolore e lo hanno tramutato in gioia per gli altri. Eccoli lì, a farmi da guardia del corpo e a difendere i piccoli Frodo a spada tratta, creando una catena di amore e sollecitudine che mi lascia attonita. A chiamare “copii” (bambini) chi di fanciullesco ha solo la risata libera e la voglia di giocare. La voglia di mare e la capacità di adattarsi a tutto rende facile la vacanza. Nessun problema a comprendere la lingua. Basta lo sguardo. Educati e sensibili, attenti agli umori di noi adulti, un poco sornioni come la vita li ha abituati ad essere, alcuni troppo precocemente, infantili nella loro voglia di tenerezza. E sono nati i primi amori, goffi e teneri, fatti di mano nella mano e testoline appoggiate sulle spalle. Paterni e materni i 14 /15enni nei confronti dei più piccini. In meno che non si dica, affrontando anche difficoltà indipendenti da noi 16 arriva il giorno 23. Salgo sul treno che mi porta a Bucarest dopo aver abbracciato tutti. Davanti a loro non piango; riservo le mie lacrime in treno. I 12 piccoli elfi, straordinarie creature custodi del loro anello di bene e d conoscenza, saranno per sempre nel mio cuore. Multumesc Costantin, Cristian, Alexandra, Multumesc.
Bradet è in Europa ma, se si tende l'orecchio, ci parla già con il linguaggio dell'Asia. Le sue vie fangose, le case basse che si allungano verso l'orizzonte, la linea degli alberi che si staglia contro il cielo grigio scuro e le nuvole che sembrano correre veloci verso Est, tutto ha il sapore della semplicità. La vita è ridotta all'essenziale: tutto ci allontana dalla oppressione dei consumi del cosiddetto mondo civilizzato. Sorge spontanea la riflessione sul significato della vita e della morte, e su quanto il benessere occidentale posi le sue fragili gambe d'argilla sul disagio e le difficoltà che da qui si stendono verso oriente. Una natura apparentemente ostile ma incontaminata e straordinaria incornicia questo quadro di contraddizioni. E, insieme, non si può fare a meno di immergersi in una umanità calda che fa capolino dietro a ogni muro: appena si gratta un poco la superficie, si possono incontrare persone straordinarie e memorabili. Fra queste, un posto speciale (se non altro nel mio cuore) lo occupano tutti quelli che lavorano per l'Associazione Il Giocattolo, il cui lavoro qui è titanico, difficile e incommensurabilmente umano. Grazie.
Grazie per averci fatto passare un’ esperienza indimenticabile. Per averci fatto capire che c’è gente molto meno fortunata di noi che riesce a non lamentarsi nonostante le sue condizioni. Passare il tempo con ragazzi che, pur non avendo la nostra fortuna, riescono a vivere la vita felici e contenti, ci ha fatto capire che la vita non è condizionata da qualcun altro, ma sei tu che puoi cambiarla quando vuoi e che puoi viverla al meglio come vuoi tu. Grazie
Io mi sono divertita molto a Bradet. Conoscere i bambini, è stata un’esperienza bellissima e soprattutto vedere la scuola tutta rifatta!!! L’emozione che ho provato è stata quella di gioia e felicità. Il rapporto più bello è stato con Daniela, una bambina carinissima. Questa esperienza mi ha fatto capire che non bisogna lamentarsi mai.
Da qualche anno sono volontaria di Asociatia Il Giocattolo e se per un po’ capita di non andarci ne sento la mancanza. Ogni volta per me è come prendere una boccata d’aria buona; è diventata una seconda casa. Vedere i bambini felici, presi dalle attività proposte, conoscere le situazioni personali che si portano dietro, e quindi capire quanto siano importanti quei semplici momenti, è davvero magico. È come se si stia impiantando un seme in loro, quello della speranza. E in me innesca, ogni volta, un mix di emozioni e sensazioni difficili da esprimere a parole, che però lasciano un segno nel cuore. In quest’occasione, in particolare, è stato bello assaporare meglio Timisoara, una cittadina deliziosa e accogliente. Attraverso il Festival, ha permesso di conoscere diverse culture e creare momenti di condivisione, insegnando così a conoscere e a non temere le diversità. Questo “virus” benefico, da cui sono stata colta da subito, ogni volta tiene sveglia la mia parte più umana, e non ne posso fare più a meno.
Che dire, la prima volta che abbiamo visto i bambini è stato travolgente. Arrivati al pomeriggio siamo saliti alla città nuova dove un'orda di bimbi assetati di divertimento e attenzioni ci aspettava. Con il passare dei giorni il nostro rapporto con i bimbi si stringeva; li abbiamo conosciuti sempre meglio, amati sempre di più. Ed è così che in un batter d'occhio siamo arrivati alla fine di quelle due settimane. Dover salutare quei bimbi è stata una delle esperienze più dure della mia vita ma un pensiero mi consolava: tornerò, faccio giuramento! Marco C.
Sono stato molte volte a Bradet e se non vado per un po' provo nostalgia per quei posti. Ricordo ancora che quando sono arrivato la prima volta, di notte, pioveva, era freddissimo. Mi sono chiesto “cosa ci faccio qui?”. La mattina sono stato svegliato dalle urla gioiose dei bambini della scuola di Bradet e affacciandomi alla finestra ho visto un panorama fatto di boschi e vita rurale. Era una bella giornata di sole, e da lì è stato tutto bellissimo. Devo molto a Bradet e alla zona di Anina, lì ho imparato la bellezza della semplicità e l’importanza di vivere in un ambiente naturale quasi intatto. La gente è accogliente e di cuore, ci si sente davvero a casa. Ho sempre considerato le zone di provincia come Anina la “vera Romania”, quella che vale davvero la pena visitare. In particolare, la zona de Banat offre tante cose da vedere e lì è possibile capire l’impatto dell’attività umana sulla natura, ma anche vedere quanto la natura sia forte e riesca a resistere. Consiglio vivamente di fare la tratta Anina-Oravita con il treno “Semeringul”. Mi manca Anina con le sue Bradet, OrasulNou, Steierdorf e Celnic; mi manca, ma tornerò presto.
Questa esperienza è stata rigenerante, venivo da un periodo della mia vita abbastanza pieno e stressante, trascorrere pochi giorni nella scuola di Bradet mi ha rasserenato e mi ha permesso di conoscere una realtà e delle persone meravigliose. Per me è stata davvero una grande sorpresa che prima della partenza non mi sarei mai aspettata, per questo conto di tornarci presto. E' proprio vero che quando ti rendi utile per gli altri fai del bene a te stesso.
Un'esperienza che difficilmente potrò dimenticare. Mi ha insegnato che per trovare amore e accoglienza, bisogna solamente osservare con più attenzione. Nonostante le condizioni in cui alcuni vivono, è incredibile l'energia e la gioia che trasmettono gli abitanti e i bambini di Bradet. Sono proprio loro ad insegnarci cosa è veramente importante, e l'associazione il Giocattolo fa di tutto per permettere agli abitanti della zona un miglioramento delle condizioni e della dignità di vita. La nuova scuola è solamente un esempio dell'impegno investito in questa missione. Sono molte le persone che ho incontrato durante il viaggio, varie sono state le sensazioni provate, e profonda è stata la ricerca personale. Proprio per questo non posso restare indifferente. RICORDA, RACCONTA, RITORNA. a presto!
E' stata un'esperienza umanamente molto toccante e inaspettata. Una realtà così geograficamente vicina ma allo stesso tempo lontana in cui abbiamo scoperto l'incredibile ospitalità locale. E' un tuffo nel passato dove le porte delle case non vengono mai chiuse, le auto si lasciano aperte e persino il meno fortunato a bordo strada ti offre un pezzo del suo pane. E' stato un viaggio tra meraviglie naturalistiche e bei valori umani"
Giornate indimenticabili. L'affetto dei bimbi ti travolge...non ci sono parole per esprimere il calore che mi hanno donato. Un viaggio per riscoprire come amano i piccoli e l'opera di Nostro Padre, sia nel creato sia negli operatori... e la storia della scuola la dice lunga! Consiglio il miele locale...mmmmm che buonoooo! E grazie alle nostre splendide guide. Alla prossima.
Sono stati giorni intensi ma piacevoli. Mi torna alla mente il viaggio in treno, la visita alla "città fantasma" con grande accoglienza dei bambini, il giro in barca, la cascata deliziosa, l'incontro con Dorin... Momenti che ora fanno parte di me! Un abbraccio e grazie di tutto.
E’ stata un’esperienza toccante e profonda. Ho avuto la possibilità di riflettere tanto, vedere una realtà completamente diversa dalla mia e capire quanto siano importanti le piccole cose e, quanto piccoli (grandi) gesti possano aiutare qualcun altro a stare meglio. Porterò nel cuore le sensazioni, le immagini e le emozioni che ho vissuto e spero che altri possano viverle come le ho vissute io.
Grazie della bellissima esperienza, dei preziosi insegnamenti e del percorso che è stato un po’ un viaggio all’interno di noi stessi. Oltre agli aiuti concreti di cui c’è indubbio bisogno, credo che gli abbracci affettuosi, il calore sincero e la familiarità fatta di niente ma spontanea e intensa, siano stati doni preziosi per tutti noi. Nella consapevolezza che siamo connessi con il Tutto e solo mutando il nostro mondo interiore può cambiare il mondo all’esterno di noi, che il bene porta bene e nulla di ciò che accade è imperfetto o inutile.
La bellezza di un'esperienza unica, la possibilità di conoscere nuove realtà e la fortuna di vedere la felicità negli occhi dei bambini nonostante la semplicità, è stato un concentrato di emozioni, sguardi, e parole che mi ricordano quanto sia stata fortunata a viverla al massimo grazie alla guida di questa associazione. 'E un' esperienza che rimarrà indelebile, avendomi fatta crescere e avendomi insegnato l' importanza delle piccole cose.
Sono felicissima dei giorni passati insieme, dello scambio di emozioni che abbiamo avuto l’opportunità di vivere, del contatto che ci avete permesso di avere con una realtà diversa. Una riflessione sui valori importante della vita. Nel mio cuore rimarranno sempre ricordi ed emozioni di questo soggiorno. Grazie
L’associazione il Giocattolo è meravigliosamente, da quest’anno, partner di BIR ONLUS, associazione di cui faccio parte da 5 anni. Trascorrere qualche giorno in Romania “a casa” dei nostri nuovi amici del Giocattolo è stato un vero piacere ed occasione di crescita personale, oltre che di condivisione di esperienze tra associazioni. Poter incontrare i bambini con cui fanno attività, camminare per le strade dei loro luoghi, scambiare pensieri e sguardi, è stato come riconoscere una sorta di “amici di sempre”. Scoprire che esistono nel mondo e soprattutto in Romania altre persone, ora amici, che credono e concretizzano gli stessi ideali, è una consapevolezza che non ci abbandonerà mai; ci darà sostegno e forza reciproca. Per crescere. Per non fermarci. Per cambiare le cose.
Il Giocattolo è un’associazione piccola, che abbiamo incontrato un po' per caso e che non sapevamo quale immensa sorpresa ci avrebbe fatto. Il Giocattolo è quell'associazione che in una sera, in un bar meraviglioso di Timisoara ti mostra come, anche in Romania, si può costruire un'economia sostenibile Incontrare voi, cari amici del Giocattolo, mi ha mostrato la parte più dura di questa Romania che tanto amo e che ha un posto d'onore nel mio cuore, mi ha mostrato la parte peggiore della mente umana: "la capacità di dimenticarsene". Mi avete fatto vedere come un paese dell'Unione Europea, un nostro cugino, abbia ancora pezzi di sè abbandonati. Grazie, pero`, perché mi avete fatto conoscere la capacità di ricordarsene e di farne ricordare anche a chi aveva perso il ricordo. Grazie, perché i sorrisi di quei bambini, il cerchio in quella scuola costruita da una ex caserma militare, le parole di stima della maestra di Bradet (Florentina), hanno contribuito a portare avanti il mio stupore e il mio innamoramento. Quando si incontrano persone speciali rimane sempre qualcosa nel cuore. Vi voglio bene.
Un’esperienza, un’emozione, una speranza. I bambini di Bradet che corrono addosso a Gianluca quando arriva e che corrono con lui sul campo dopo la prima vittoria della loro squadra di calcio in una competizione, così come la vittoria ai campionati nazionali scolastici di karate di una bambina della scuola, valgono più di ogni altro possibile commento sul perché ne sia valsa la pena andare là. L’ammirazione negli occhi della ex segretaria Lucia, l’attivismo di Fiorentina e l’entusiasmo di Michele testimoniano il passato, il presente e il futuro di una sfida che a volte sembra impossibile ma che può già contare molti successi e che si sta preparando ad un ulteriore salto di qualità. Andare a Bradet è un’opportunità da non perdere per noi adulti ma soprattutto per i nostri figli affinché si rendano conto e apprezzino la loro fortuna e i loro privilegi. Infine la spiritualità che aleggia sul contesto è un’ulteriore dono a disposizione dei fortunati visitatori e/o supporter.
Quest’anno è stata la prima esperienza per me in un altro paese, ed è capitato proprio a Bradet, un paesino poco conosciuto ma che mi ha dato veramente molto! Spero davvero di tornarci per poter seguire una bellissima frase appesa dentro la scuola “Ricorda, racconta, ritorna”. È stata un’esperienza cosi grande che non riesco neanche a descriverla, mi ha insegnato tanto e sono tornata a casa guardando le cose in modo diverso. Ringrazio tutta la gente di quel piccolo paesino per avermi regalato queste fantastiche emozioni!
Prima volta in Romania, prima volta a Bradet. Per niente facile esprimerne l’esperienza, emozioni, immagini, un pezzo di vita. Bradet è un sogno! Una fiaba! Forse diventerà una leggenda! Con un piede nella realtà. Nato dalla passione contagiosa (per grazia di Dio) di un gruppo di amici (“pazzi” e meravigliosi, come i cavalli che corrono liberi su quei prati) e che hanno fatto una scelta precisa: “uscire dalla “follia generale” e riprendere a VIVERE nel posto più dimenticato. Andando là, si rischia di aprire gli occhi sulla realtà.
Sono molto colpito da quanto strada abbia fatto Bradet dalla prima volta che ho visitato il villaggio, alcuni anni fa. Grazie all’Associazione e grazie all’impegno e la sensibilità risvegliata degli abitanti, ora Bradet, nonostante tutte le difficoltà, ha una bella scuola funzionante, ha giochi per bambini, é un villaggio pulito, ha una speranza. Mi viene in mente un famoso passo de “I promessi sposi” nel quale si prende ad esempio la fiamma di una torcia che provoca l’accensione dello stoppino delle candele che le stanno vicino, consentendo anche a loro di bruciare. Così dovrebbe essere lo spirito di ogni intervento sociale: essere la torcia accesa che consente alle altre candele, già formate ma rese deboli dalle circostanze della vita, del caso o di un destino imperscrutabile, di accendersi e brillare anche loro di luce propria.
Sono trascorsi circa 4 mesi dalla breve esperienza di Bradet con Gianluca, Roberto e mio babbo ma resta indelebile e costantemente vivo il “virus” positivo acquisito, conoscendo – anche se per poco tempo – la realtà romena nelle piccole comunità visitate. E’ stato un piccolo frammento di esperienza che mi ha regalato la possibilità di aumentare il “limite visivo” nei confronti della realtà e la coscienza stimolante nel pensare che esiste davvero tanto ma tanto lavoro da fare sia all’interno delle mura nel quale siamo cresciuti che, forse a maggior ragione, fuori, dove le esigenze sono molto più concrete. Mulțumesc a tutti i bimbi incontrati.
Da quando sono tornato sto raccontando ad amici e colleghi questa esperienza del mio “viaggetto” a Bradet, che ho compiuto grazie a Gianluca insieme a “tata Roberto” e Serena, che ho avuto la fortuna di conoscere in questi giorni. Raccontare questa esperienza in poche righe non è facile: un frullato di emozioni, sorrisi, sgomento, tenerezza, simpatia.… e tante tante immagini che dovrò cercare di mettere in ordine e alle quali dare un senso nella mia mente e nel cuore.
Ho 22 anni, sono nata in Italia, sono in ottima salute ed ho una famiglia che mi adora e mi appoggia in tutto quello che faccio. Vivere una realtà come quella di Bràdet mi è stato senza dubbio d’aiuto, sono tornata con tutto più chiaro. Ho capito che sono fortunata. Ogni viaggio fatto lascia un segno, ci rimane impressa una frase, un’immagine, una sensazione. Credo che questo segno rappresenti il significato della nostra esperienza, è come se ne rappresentasse il minimo comune denominatore… ecco, della Romania porterò con me il segno di un concetto, un’idea che dovrebbe guidarci in ogni cosa che facciamo, la stessa idea che sta guidando i membri dell’associatia Il Giocattolo e chi insieme a loro si sta impegnando per cambiare le cose. Parlo dell’ingrediente che mai deve mancare, l’umanità, la collaborazione, aiutare chi non ha ciò che a noi non manca: come dice Gianluca, si sta bene solo se tutti stanno bene! Se ci pensate non c’è niente di più vero e mi sono ripromessa di tenerlo sempre presente.
LA “FORZA” DI BRADET (o come si dice “il virus di Bràdet”) Non so quale “forza” mi abbia spinta verso questa esperienza (per me completamente nuova), ma fin dall’inizio ho sentito qualcosa che mi ha spinto a lasciarmi guidare in questa “favola”. Perché è questo che sembra: una vera e propria fiaba. E “qualcuno/qualcosa” ha voluto che ne facessi parte anche io. Di certo non avrei mai immaginato di prendere il mio primo volo aereo proprio per la Romania. E, ancor meno, avrei immaginato di pronunciare qualche parola di Rumeno (visto che non so neanche l’inglese). Conoscere da vicino quella piccola parte di Romania, composta di persone così semplici, mi ha fatto pensare molto. Mi sono sentita quasi a disagio a pensare quante cose possediamo a cui non diamo la ben che minima importanza. Compriamo senza pensare se davvero ci serve (siamo vittime inconsapevoli di un capitalismo, più che mai, sfrenato). Ho molto da imparare e son ben contenta di imparare da un Gruppo che ha un così alto senso etico. E sono ben felice di aver seguito questa “forza”. Un’esperienza “umana” a tutti gli effetti che di certo consiglio.